La consulenza fornita all’Università di Bergamo, soggetto incaricato dalla Provincia di Bergamo, è stata funzionale allo sviluppo del quadro metodologico e operativo per l’accompagnamento di Regione Lombardia nel complesso percorso di riformulazione del piano cave provinciale, “flagellato” da circa 50 ricorsi, annullato nel 2013 da specifica sentenza del TAR e oggetto di una verifica di infrazione da parte della Commissione Europea DG Ambiente.

All’interno dei tavoli di lavoro con i Commissari ad acta di Regione Lombardia, il mio contributo si è focalizzato sugli aspetti di valutazione ambientale strategica e sui presupposti di sostenibilità delle decisioni in progress di piano.

In particolare, all’interno del gruppo di lavoro ho curato lo sviluppo le misure di integrazione ambientale del piano, sia di carattere mitigativo degli impatti locali sia di quelli compensativi, relativi al “risarcimento” territoriale delle attività estrattive. Circa queste ultime, ho proposto ai Commissari di integrare il piano cave con la definizione dell’eco-conto (una “cassa” funzionale alla progressiva riqualificazione delle cave abbandonate e alla loro restituzione al contesto territoriale) e del master plan ambientale (un programma di interventi di qualificazione ambientale di carattere sovracomunale, i cui temi prevalenti sono riferibili alla definizione di interventi di realizzazione/qualificazione della rete ecologica, di sostegno alle attività agricole multifunzionali, di realizzazione/qualificazione della rete di mobilità dolce ciclo-pedonale).

All’interno del più ampio campo di azione della ricerca, relativa a 45 comuni dell’area montana lombarda, la specifica attività svolta ha riguardato la produzione di una sintesi conoscitiva e propositiva di diretto ausilio alla strutturazione della forma e dei contenuti (di tipo territoriale) che assume il PTRA.

Sono stati in questo senso individuate partizioni territoriali, i “quadri insediativi”, che costituiscono uno strumento pragmaticamente orientato a leggere le dinamiche di aggregazioni di territori comunali spazialmente descrivibili e “governabili” nelle loro forme auto-organizzative e di concertazione intercomunale.

I 10 quadri insediativi sono stati descritti su due principali fronti: una sezione descrittiva e una sezione di scenario progettuale.

Circa la sezione di scenario progettuale, a fronte della scarsità di risorse pubbliche per nuova infrastrutturazione e in ragione di una opportuna complessiva razionalizzazione territoriale, utile anche per attenuare le esternalità ambientali, si è proposto un approccio ex ante di tipo selettivo, individuando le possibili traiettorie evolutive intenzionali attraverso una definizione di priorità di indirizzi e forme di governance.