Condizioni di contesto.
È evidente la fase di difficoltà che ha investito il mercato immobiliare in questi ultimi anni.
Ciò ha comportato (e comporta) una contrazione netta del patrimonio di famiglie e imprese, e quindi della ricchezza complessiva del Paese.
Al contempo, sono progressivamente diminuite le risorse a disposizione degli enti locali (in primis, i Comuni) per il mantenimento dei servizi alla cittadinanza e la qualificazione degli spazi pubblici.
Questa congiuntura incide direttamente sia sulla patrimonializzazione di famiglie e imprese sia sulla capacità dei Comuni di investire risorse sui servizi collettivi, innescando quindi un circolo vizioso di progressivo depauperamento del capitale urbano, inteso sia come urbe (il patrimonio immobiliare e gli spazi pubblici) sia come civitas (la composizione sociale, la cultura, il saper fare).
il patrimonio immobiliare di famiglie e imprese L’asset immobiliare privato (grande o piccolo che sia) diventa sempre più importante nella percezione che i proprietari ne hanno, e diviene evidente a famiglie e imprese la necessità di uscire da una logica ‘proprietaria’ tradizionale, e caratterizzante il nostro Paese (diversamente da altri), per entrare in una fase di maggiore consapevolezza e oggettivazione circa i profili di redditività degli immobili di proprietà, della loro valorizzazione selettiva, dell’alienazione parziale come forma di re-investimento in altri ambiti.
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